Sinossi
Il 24 agosto e il 30 ottobre 2016 due terremoti hanno devastato il Centro Italia, radendo al suolo diversi paesi, tra cui Amatrice. Da allora quelle immagini di devastazione, di “un paese che non c’è più”, sono ancora attuali.
La narrazione parte dall’omaggio alla memoria della storica dell’arte Floriana Svizzeretto. Tra le vittime del sisma, nel 2003 diede vita al Museo Civico “Cola Filotesio” di Amatrice, insieme a Alia Englen e Brunella Fratoddi, e ne fu Direttrice per tredici anni.
Il loro operato per trasformare Amatrice in “città d’arte” ha lasciato una impronta indelebile.
Il Film Documentario le racconta e descrive un territorio e i suoi abitanti: il loro attuale vivere oggi, dopo il passaggio del “drago”, come è ricordato il terremoto, sia nei luoghi fisici di ciò che resta, sia nei luoghi della memoria.
Il verbo “rinascere” sottolinea il potere dell’Arte di mantenere in vita l’identità dei luoghi e delle persone: chi siamo e a cosa apparteniamo, indipendentemente da quanto accade.
I protagonisti sono le storie, i personaggi, i luoghi scomparsi e che ancora esistono ma anche l’Arte: il modo in cui essa è recuperata e reinventata per far sì che stimoli la “rinascita” e la ricostruzione delle comunità.
Amatrice, “la città delle cento chiese”, è l’emblema della provincia italiana e del suo ricco patrimonio artistico.
Da qui, da questo sterminato patrimonio di immagini da cui attingiamo identità, senza nemmeno accorgercene, che ci ricorda che il dolore, la gioia, il lutto o una maternità sono sempre state le stesse nel corso del tempo, si sviluppa il racconto di come Amatrice e il Centro Italia possano “rinascere”.